CLANGORE

[clan-gó-re] SIGN  Rumore metallico forte e acuto voce dotta recuperata dal latino [clangor], derivato di [clàngere] ‘gridare, squillare’, dalla stessa radice di [clamare] ‘gridare, schiamazzare’, affine al greco [claggé] ‘squillo, strido’. Come sono difficili le parole che descrivono i suoni: godiamo del salto poetico di quelle che cercano di afferrare e rendere colori e odori, ma quelle che descrivono suoni non possono scamparla facilmente, poiché significano un suono col loro…

25 Gennaio 2019
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EPURARE

[e-pu-rà-re] SIGN Liberare dall’impurità, rimuovere persone da un ufficio per questioni politiche o di affidabilità dal francese [épurer], derivato di [pur] ‘puro’. A vederla spogliata dall’etimologia pare una parola normale, solita; ma la piega che ha preso sa essere raggelante. Si tratta di un francesismo. A dire il vero il verbo epurer (con varianti come espurer) è attestato fin dagli inizi del Duecento, ma è solo alla fine del Settecento che prende i caratteri che conosciamo…

24 Gennaio 2019
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EPULONE

[e-pu-ló-ne] SIGN. Antico sacerdote romano; mangione, crapulone, ghiottone dal latino [èpulo], derivato di [èpulum] ‘banchetto’. Volendo ipotizzare la continuità fra i significati di questa parola, si potrebbe indovinare che ai tempi dell’antica Roma gli alti sacerdoti fossero fra i pochi che si potevano permettere di essere dei ghiottoni, ma saremmo fuori strada. Per seguirla dobbiamo scantonare fra qualche vicolo cieco in una medina un po’ intricata. Nel 196 a.C. fu…

23 Gennaio 2019
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PIETANZA

[pie-tàn-za] SIGN Pietà, compassione; vivanda che si mangia a tavola, specie come secondo derivato di [pietà]. Figuriamoci, se si parla di pietanze ci si apparecchiano davanti agli occhi tavole opulente, ricettari sterminati, programmi condotti da chef raffinati. Ma non serve un orecchio allenato per sentire che dentro ci suona la pietà – ed è proprio lì che ci porta l’etimologia. ‘Pietanza’ emerge nell’italiano degli albori giusto significando ‘pietà, compassione’, e per secoli ha avuto…

22 Gennaio 2019
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UNISONO

u-nì-so-no SIGN. Di suono, simultaneo ad altri e della stessa altezza; concorde voce dotta, recuperata dal latino tardo unìsonus, composto di uni- e sonus ‘suono’. Una parola che si prende il suo spazio, nell’ampiezza di un accento sdrucciolo di bel sapore latino: l’accento sulla ‘i’ è molto incisivo. E il suo significato rivela una complessità più tornita di quanto la mera somma di ‘uno’ e ‘suono’ ci suggerirebbe. Si dicono…

17 Gennaio 2019
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MISTERO

mi-stè-ro SIGNFatto, aspetto, fenomeno che non può essere spiegato chiaramente o che non si può penetrare, o che è tenuto nascosto; nella teologia cristiana, verità di fede rivelata inconoscibile con i mezzi dell’intelligenza; nell’antichità greco-romana, culto esoterico attraverso il latino mystèrium, dal greco mystérion, derivato di mýstes ‘iniziato’; da collegare al verbo mýein ‘chiudere, serrare’. ‘Mistero’ è un termine domestico, facile, da prima pagina di rivista, eppure è nato con una vcaratura religiosa delle più esoteriche.Il racconto del…

14 Gennaio 2019
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RILUCERE

ri-lù-ce-re (io ri-lù-co) SIGN. Mandare luce, splendere voce dotta, recuperata dal latino relucére, da lucére ‘mandare luce’, con prefisso re- intensivo. Sì, è una parola con un certo sapore rétro, e il suo significato è trasparente. Ma resta da capire il difficile: in che cosa si differenzia dalla banda dei suoi sinonimi? Come cambia la luce, alla vista, di verbo in verbo? Il prefisso ‘ri-‘, qui, è intensivo, e si…

11 Gennaio 2019
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ACERRIMO

a-cèr-ri-mo SIGN. Fieramente ostile, accanito, implacabile; superlativo di ‘acre’ voce dotta recuperata dal latino acerrimus, superlativo di acer ‘acre’. Succede, talvolta, che la coppia affiatata di aggettivi di grado positivo e superlativo scoppi, e che il vecchio superlativo, libero dalle antiche rigidità di vette estreme, si reinventi come aggettivo di grado positivo. È il caso dell’acerrimo. ‘Acerrimo’, nonostante sui dizionari non manchino dichiarazioni di segno contrario, non vive come superlativo…

10 Gennaio 2019
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Rammaricato

[ram-ma-ri-cà-to] SIGN. Amareggiato, addolorato, afflitto propriamente, participio passato di [rammaricare], derivato del latino [amaricare] ‘rendere amaro’. Curioso: non si sente l’amaro, nel rammaricato. Cioè, si sente bene nel significato, sappiamo che vuol dire amareggiato; ma il raddoppio della ‘m’ non ce lo fa suonare nell’orecchio. Purtroppo i dizionari etimologici sono discordi sui passaggi esatti che portano l’amaricare latino al nostro rammaricare, ma sembra plausibile che questo rafforzamento della ‘m’ sia un accostamento al fenomeno che…

9 Gennaio 2019
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MUNIFICO

munifico mu·nì·fi·co/ lett. aggettivo munìfico agg. [dal lat. munifĭcus, comp. di munia «doveri» e tema di facĕre «fare»; propriam. «che compie i doveri della propria carica»] (pl. m. –ci). – Di persona largamente generosa nello spendere e nel donare quanto possiede: m. principe; un mecenate davvero m.; anche, di ciò che deriva da grande generosità, che rivela splendida liberalità: m. dono; offerta munifica. Manca il superl. regolare, che si supplisce con la forma munificentissimo (sul modello del lat. munificentissimus), e più spesso con le forme…

13 Marzo 2018
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